Il Metodo Caviardage creato e diffuso in Italia da Tina Festa, è un metodo di scrittura poetica che aiuta a scrivere poesie e pensieri attraverso un processo ben definito non partendo da una pagina bianca ma da testi già scritti: pagine strappate da libri da macero, articoli di giornali e riviste, ma anche testi in formato digitale. Grazie alla contaminazione con svariate tecniche artistiche espressive (quali il collage, la pittura, l’acquarello, etc.) si può dar vita a poesie visive che vanno oltre la tecnica base; questa necessita di materiali semplici: una matita, un pennarello nero a punta fine e un marcatore con la punta a scalpello e vecchi libri da macero.
Il termine “Caviardage” deriva dal francese caviarder che significa cancellare, censurare un testo. Questa espressione ha origine a sua volta da “caviar” ovvero caviale. Caviarder è dunque l’atto di cassare, eliminare un passaggio all’interno di un testo con il colore nero, colore del caviale. Nel Metodo Caviardage vengono annerite alcune parti del testo per metterne in risalto altre che, collegate, creano la nostra Poesia, alla fine del processo creativo.
Il cut-up invece è una tecnica letteraria stilistica che consiste nel tagliare fisicamente un testo scritto, lasciando intatte solo parole o frasi, mischiandone in seguito i vari frammenti e ricomponendo così un nuovo testo che, senza seguire la corretta sintassi, mantiene pur sempre un senso logico anche se a volte incomprensibile. La tecnica era già stata utilizzata nel dadaismo , ma fu largamente utilizzata a partire dagli anni sessanta dallo scrittore statunitense William S. Burroughs, che la elaborò insieme a Brion Gysin
La Poesia dorsale la si fa mettendo dei libri uno sopra l’altro in modo che i titoli si concatenino fino a formare dei versi. Si chiama così perché nasce dai dorsi dei libri, non dai titoli. La differenza è solo visiva; infatti l’ha inventata un graphic designer e fotografo, Silvano Belloni. Che non ha avuto l’ispirazione pensandoci su, ma fissando uno scaffale con dei libri ammucchiati. La giornalista Antonella Ottolina si è innamorata dell’idea e le ha dato vita componendo le poesie dorsali.
La poesia dorsale è un’attività performativa nel senso più ludico del termine.
Quando si compone una poesia dorsale i libri devono essere fisicamente presenti in quanto essa è nata da uno spunto visivo e perciò va scattata una foto, subito, alla prima versione convincente, a testimonianza della propria creazione.
Il poeta dorsale è un grande amante dei libri (ovviamente cartacei) ed è consapevole che durante l’atto creativo dà un significato diverso dall’originale.
Link di approfondimento:
http://www.poesiadorsale.it/www.poesiadorsale.it/Che_cose.html