Autori: Cristina Lastri
Edizione: ZONA contemporanea
Silloge poetica
Postfazione di Cristiana Vettori
Immagine di copertina (trittico);
fotografie e resina su plexiglas di Carlo Delli
pp. 65
Prezzo: € 10
Acquista il libro online
Recensioni
Nota di lettura al volume Rosso profondo (Zona Editrice 2015) di Cristina Lastri
Il titolo della raccolta di Cristina Lastri, pubblicata per i tipi di Zona Editrice nel 2015, ha immediate capacità evocative: richiama il titolo di un notissimo film, Profondo rosso. Ma qui, e non è casuale, c’è un significativo ribaltamento, qui è Rosso profondo, e non si tratta solo di un rovesciamento linguistico. C’è, soprattutto, un segno opposto per quanto riguarda la tematica. Se da un lato si parlava di orrore e paura, in questo caso è protagonista l’amore, in senso ampio. Si parla di amore in tutti i toni, nella gamma completa delle sue sfumature, e il riferimento “coloristico” ci porta in un ambito fondamentale, quello della pittura. Se già la copertina, vivacissima, accesa, ci offre un primo ed immediato indizio, è la lettura del libro a mostrarci come Cristina Lastri abbia efficacemente unito, sovrapposto ed accostato l’arte e la scrittura poetica all’esplorazione, allo studio e al significato profondo dei colori.
Ogni composizione di questo libro è assimilabile ad un quadro con i chiaroscuri, i punti, gli sfondi, i particolari e i dettagli, ben attenendosi al principio oraziano dell’Ut pictura poesis. Gli ossimori, i contrasti linguistici, sono come colori di natura diversa che si incontrano sulla tela dando vita a significati e sensazioni complesse. Attraverso le poesie di questo libro, potremmo dire attraverso questi quadri fatti di parole e versi, l’autrice ha composto una specie di autoritratto di se stessa, in cui ha rivelato memorie e speranze, ombre e luci, forza e fragilità. Ma soprattutto la forza, quella che si trova nella volontà di cercare sempre, a dispetto di tutto, quell’amore di cui si è detto, quel rosso profondo che è una passione non effimera ma consistente e ricca di sostanza.
Il libro è arricchito anche da preziose foto a colori di opere d’arte pregevoli e significative, scelte ad abbinate ai componimenti. Si crea in tal modo una sinergia assoluta. Le parole si riflettono nelle forme e nei colori e viceversa, in un rapporto che non determina semplicemente una somma di due diverse arti ma un intersecarsi di livello più ampio, da cui si genera un racconto complesso di esperienze e sensazioni in cui il lettore può riconoscersi, confrontando il suo personale percorso con quello evocato dalle parole, dai quadri e dalle sculture. Un libro dunque multiforme e interessante, la cui lettura implica e chiama in causa vari sensi e vari livelli di interpretazione, umana ed artistica.
Caffè dell’Ussero di Pisa 27 Ottobre 2017
Valeria Serofilli
Nazario Pardini legge “Poesie” di Cristina Lastri (novembre 2017)
http://nazariopardini.blogspot.com/2017/11/n-pardini-legge-poesie-di-cristina.html
L’irresistibile leggerezza del rosso
Con questa seconda silloge – la prima “D’istanze” è uscita nel 2009 – Cristina Lastri riconferma l’autenticità di una voce poetica che intende la poesia principalmente come un mezzo che aiuti e accompagni il disvelarsi di un’anima. E in questo caso lo fa affidandosi al rosso, nelle sue molteplici sfumature, come il rosso totale che permea il libro di Orhan Pamuk, “Il mio nome è Rosso”, da cui non a caso è tratta la citazione posta in exergo alla silloge.
E così l’Autrice si fa guidare dal colore per esprimere e rappresentare il dispiegarsi cangiante e vario della vita in tutte le sue manifestazioni.
Il titolo del libro è anche quello della prima sezione: sono di un rosso profondo i momenti che si fanno attraversare lasciando nell’anima della Poetessa tracce intense, quel “rosso pulsare” che si cela dietro le apparenze e la rassicura sulle radici più autentiche e vere del suo sentire, del suo vivere, che si rivelano appunto come “carne del suo essere”.
La poesia esprime un desiderio di rinascita, “rebirth”: “Un’altra me respira / e si solleva”. E non sono solo i colori a guidarci: nel corpo delle liriche, quasi in dissolvenza, il rosso sfuma per lasciare spazio alle fluide sonorità delle musiche evocate, agli effluvi floreali, o ancora alla pura gestualità della danza quotidiana, che non è solo desiderio e attesa di colei che incede danzando nella vita, ma è anche rispecchiamento e riconoscimento della propria “ombra ballerina”.
Per dire come ogni senso concorra a ricreare un’atmosfera, a resuscitare il ricordo e l’emozione, e a trasmetterli.
Nella sezione che segue è il rosso fuoco a rivelare passioni accese e palpitanti amori, pur nella loro ambivalenza: amori vissuti in attimi fugaci, amori desiderati, invocati, amori che illudono e deludono, amori di una vita o di un’ora sola, amori passati, finiti.
…ehi man
che cammini senza me
dall’altra parte della vita
ascoltami: è finita!
È quasi un urlo: la Poetessa si rivolge allo Starman, l’uomo delle stelle, troppo lontano, “dall’altra parte della vita”, proiettato in un universo separato eppure ancora tanto desiderabile quanto lo sono le stelle.
Il rouge noir è invece il colore dello spaesamento, del lutto, della perdita:
Le persone restano sole
a guardare i colori
ormai sbiaditi
di quel freddo mattino
scaldato dal ricordo
di una promessa.
Ma è proprio in questa sezione che si dispiega il gioco linguistico, fatto di allitterazioni, anafore, tautogrammi, che contraddistingue la poesia di Cristina Lastri, quasi che la Poetessa volesse ottenere un alleggerimento del contenuto attraverso un uso lieve e modulato del linguaggio poetico.
E si tratta di un gioco che prosegue nella sezione successiva, rosso vermiglio, dedicata all’elogio della poesia e del poeta: all’una e all’altro l’Autrice dedica una serie di efficaci acrostici, in cui le liriche occupano spazi alternati, zigzagando nella pagina fino ad ottenere un effetto ottico che può far parlare di poesia visiva.
Infine, nell’ultima sezione, è il rosso relativo a dirci quanto la Poetessa sia consapevole del fatto che non di solo rosso è colorata la vita di ciascuno di noi: ed è la sezione in cui il gioco linguistico trionfa accanto a toni più teatrali, ironici e autoironici.
Forse perché la vita e la poesia richiedono questo estremo sforzo di leggerezza, accanto a quello di significazione, cosicché, dopo avere penetrato nelle più profonde intimità del nostro essere, si desidera finalmente risalire, e addirittura librarsi in aria: e lo si può fare in poesia con l’immagine, con la metafora, con la levità del linguaggio. Come ci insegna Calvino:
Se volessi scegliere un simbolo augurale …sceglierei questo: l’agile salto improvviso del poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che tutti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d’automobili arrugginite.
Ed è allora, quando si raggiunge questa leggerezza, che il viaggio poetico può dirsi concluso, ma solo per lasciare spazio al viaggio successivo.
Cristiana Vettori
Zona Contemporanea (2015)
Recensione a cura di Annamaria Pecoraro
Rosso Profondo il titolo di questa silloge è tutto un programma, un’apoteosi di sfumature e gradazioni che diventano la chiave di lettura capace di trasmettere emozioni, sensazioni, trascinando nell’intimo sentire o in metafore concrete di vita quotidiana. Ogni colore ha un suo simbolismo e sicuramente traccia un legame tra quello che pensiamo e la nostra azione. Paracelso diceva: “Ogni elemento ha un suo colore: la terra è azzurra, l’acqua è verde, l’aria gialla, il fuoco rosso; poi vi sono altri colori casuali e commisti, appena riconoscibili. Ma tu bada con cura al colore elementare che predomina, e giudica secondo quello”. Il rosso sicuramente rappresenta nella sua completezza sia il bene che il male, la forza, la passione, la vivacità, il dolore, l’aggressività, l’energia.
L’accostamento all’uno o all’altro significato accompagna l’evoluzione della silloge, così come il percorso dell’umana esistenza. Rosso profondo, fuoco, noir, vermiglio, relativo. Espressioni fabbricate dalla coscienza e dalla conoscenza, poiché è con graduale esperienza che la “tavolozza” della vita prende forma, toccata dalle stagioni che accarezzano e modellano le trasformazioni psichiche e fisiche.
In letteratura la tematica del rosso è ben presente: pensiamo al Verismo con Rosso Malpelo, o al Pascoli cui il colore rosso allude ad un’accesa sensualità e sottolinea con forza la carica sessuale, è sinonimo di passione, eros. Joyce, invece nell’Ulisse descrive il “rosso fortore di rapina nel pelo” o la magia espressa ne “Le scarpette rosse”; fiaba di Hans Christian Andersen e rivista in chiave cinematografica nel Mago di Oz ispirato al il primo dei quattordici libri dello scrittore statunitense L. Frank Baum.
Il “rosso” abbraccia l’arte e non è un caso che la poetessa abbia collaborato con artisti, evidenziando slanci e accordi nuovi anche con questo mondo creativo. Lo stesso Matisse, ne fece uno studio: L’Atelier Rosso, Henry Matisse, 1911, olio su tela, 162 x 130 cm. Il colore diventa un elogio primario e determinate nella ricerca di un senso. Uno slancio di “atti d’amore” e di rinascita, di attese, di viaggi delicati o “attraverso la rete/ nemica del tempo” o faticosamente comprese in “luci artificiali e fiati strozzati”.
La poesia diventa l’arma salvifica, “scacciapensieri”, scintille emozionali atte a dosare sia quel magna interiore di sogni non realizzati o dubbi sia la libertà di osare “urlando canti di rabbia e amore”.
Il rosso diventa incontro e relazione, urgenza d’identità e spirito avvolgente, vestito di femminilità e vivavoce di non fermarsi fino a che si ha voglia o almeno fino a quando misteriosamente ci è concesso.
Firenze 16/04/2016
Dulcinea Annamaria Pecoraro
Interviste
Labirinti sfumati di rosso – Intervista di Maria Fantacci
Media
Rosso profondo: video scrittura con slideshow e brano strumentale di versi sparsi tratti dalla silloge omonima
https://www.youtube.com/watch?v=cduKA08n4eU
Rosso fuoco: slideshow+commento musicale+voce recitante, con collage di versi tratti dalla sezione rosso fuoco in “Rosso profondo”
https://www.youtube.com/watch?v=mf8T7dRTYZk
Rosso vermiglio: poesia visiva su foto elaborata di Carlo Delli, con brano cantato, tratta da versi della sezione rosso vermiglio in “Rosso profondo”
https://www.youtube.com/watch?v=NOQlyqP93Gg
Rouge noir: videoripresa su tre quadri di Daniela Maccheroni, voce recitante e commento musicale, versi tratti dalla sezione rouge noir in “Rosso profondo”
https://www.youtube.com/watch?v=Gjr3OmO8b6U
Poemetto in rosso: video di Simone Giusti da un’idea di Cristina Lastri autrice del centone tratto dalla silloge poetica “Rosso profondo”